Incertezza. Una caratteristica non semplice da definire o
tradurre in altre lingue e sicuramente non facile da collocare nelle scienze,
nelle tecniche o nei cibi, nelle ricette o sui francobolli; è un concetto
astratto, non materializzabile senza problemi, ma si tratta di una parola che
fa pensare molto.
Sin dall’antichità il dubbio turbava gli animi degli uomini,
e così sorse la necessità di raccontarla attraverso i miti, come l’Odissea (I e
II) o con delle favole come fece Esopo, non solo, ma durante i secoli questo
bisogno non è svanito, proprio perché l’incertezza è parte della fragilità
umana, e così lo troviamo nelle poesie di Neruda, nei Promessi sposi, nei
discorsi di filosofi e psicologi moderni, nelle opere d’arte di ogni tempo, nei
testi delle canzoni (I e II), nei film, più o meno recenti, persino nei filmati presenti unicamente sul web.
Essendo una caratteristica propria dell’uomo, prima o poi
tutti ne sono presi all’improvviso: come si può riscontrare nel comportamento
del Re d’Italia, l’incertezza può accompagnare chiunque si trovi in un luogo nuovo
e sconosciuto, o quando per mare si perde l’orientamento.
Nel percorso cognitivo del significato di questo concetto è
stato sorprendente riuscire a trovare così tante parole collegate; ovviamente,
per sviluppare il lavoro, è stato necessario creare una mappa concettuale in
modo tale da riconoscere gli ambiti principali in cui si può trovare tale
caratteristica e così, dopo alcune ricerche, ho trovato giornali e articoli pubblicati sul web che ne parlavano, fumetti, pubblicità e, cosa che mai avrei pensato,
brevetti, marchi di fabbrica e macchine: lo credevo impossibile: una macchina
dà certezza, è “CERTA”, dicevo...
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Si è fornito, infine, un A,B,C per meglio orientarsi sul percorso fatto ed un glossario, in modo che un lettore non esperto possa ripercorrere più agevolmente i passi che ho fatto io.
Come ultima cosa, propongo al mio lettore un oggetto che secondo me rappresenta l'incertezza: la tavoletta propriocettiva.